↑ Libretto di G. Celli riprodotto in grandezza naturale.
→“…Michele Provinciali singolare esploratore e aggressore del quotidiano, vaga sperduto e ipnotico, in una latitudine eteroclita di oggetti, il labirinto/inventario del suo mondo.”←
→ L’oggetto nasce nella mente come precipitato “organico” dei fuochi fatui percettivi, per cui, in senso lato, mentre le sensazioni provengono, messaggeri nouminosi, tentatori dell’occhio, o dell’udito, dal mondo, le cose germogliano dentro di noi, abitano il nostro pensiero. […] Tutto il mondo, evocato dai sensi, si trasfigura in una allucinazione fosforica, in una grande, attonita, aurora boreale della mente. […] Perché queste fotografie abbagliate, o sfumate, queste saponette mangiate ai margini dell’acqua, erose dal contatto amoroso delle mani, questi bastoncelli di gelato provati dal mollusco molle, e consistente, della lingua, questo biglietto ferroviario iper-realista, ingigantito, si noti bene, come lo sono le figure “affettivamente importanti” dei disegni infantili, hanno l’emozione, e lo spessore concettuale di un “vissuto mentale”. Non sono, mi si consenta il paragone, il mondo come rappresentazione della mente, ma la mente pensata per oggetti.← Giorgio Celli
↑ tratto da Michele Provinciali – Il mondo pensato per oggetti, Edizioni Nobili, 1979