Investire gli oggetti materiali di valori simbolici ed emotivi, trasformandoli in feticci, è un fenomeno antico diventato cruciale nella nostra epoca in cui gli oggetti sono interlocutori privilegiati delle emozioni, quasi parti del nostro corpo. Rispetto alle sue origini antropologiche e psicanalitiche, lo stesso concetto di feticismo sta perdendo le connotazioni negative di inautenticità. Illustrando il nesso privilegiato che esiste tra feticismo e creatività artistica, l’autore esplora la storia e la tipologia dell’oggetto feticcio (dal manto di Giasone ai piatti dipinti del romanzo proustiano, alla palla da baseball di DeLillo), fra letteratura, cinema, arte contemporanea. edizioni Il Mulino, 2012
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Massimo Fusillo insegna Critica letteraria e Letterature comparate all’Università dell’Aquila, dove coordina anche il dottorato in Generi letterari. Fra i suoi libri più recenti: «La Grecia secondo Pasolini» (Carocci, 20072); per il Mulino «Il dio ibrido. Dioniso e le “Baccanti” nel Novecento» (2006) e «Estetica della letteratura» (2009).