Perché gli artisti hanno adoperato e adoperano i rifiuti? Rifiuti inglobati, fotografati, “trattati”, enfatizzati, mimetizzati o “corretti”, ma che pur sempre rifiuti sono, cioè oggetti da pattumiera e da discarica. Noi stessi siamo cestinati o rigettati da altri esseri umani; più o meno ogni giorno, dobbiamo ritrovare, raccattare e ricomporre frammenti di noi stessi. Guardando i sacchi di Burri o i particolari dei cadaveri fotografati da Serrano può accadere di rammentare la voce di Cathy Berberian, capace di mescolare partiture colte e “pezzi” popolari; di riascoltare una composizione di Paolo Castaldi; di rileggere certi elenchi di Bohumil Hrabal o certi frisbees di Giulia Niccolai; di ripensare a certe sequenze cinematografiche di Abel Ferrara o a taluni collage vocali di Meredith Monk… e, quindi, di accorgersi che la cultura degli ultimi cento anni è gremita di recuperi, riusi e contaminazioni, di lacerti, frammenti, scarti, “rumori”. Recuperare e conservare i rifiuti, cercare di trattenerli, di farli sopravvivere strappandoli al vuoto, al nulla, alla dissoluzione cui sono destinati, il voler lasciare un’orma, una traccia, un indizio per chi resta, tocca una dimensione psicologica che è anche politica.
Lea Vergine è autrice di numerose pubblicazioni sui problemi dell’arte contemporanea, tra cui Il corpo come linguaggio / Body Art (Prearo, 1974), Attraverso l’Arte / Pratica Politica (Arcana, 1976), L’Arte ritrovata (Rizzoli, 1982), L’Arte in gioco (Garzanti, 1988), Gli ultimi eccentrici (Rizzoli, 1990), Arte in trincea (Skira, 1996), Body art e storie simili, nuova edizione di Il corpo come linguaggio (Skira, 2000), Ininterrotti transiti (Rizzoli, 2001) e, insieme a Elisabetta Fermani e Sergio Lambiase, Capri 1905-1940. Frammenti postumi (Feltrinelli, 1983; La Conchiglia, 1993; Skira, 2003). Ha ideato i convegni “Arte: utopia o regressione?” (Mazzotta, 1992) e “La scena del rischio. Follia e rassicurazione nelle arti di oggi” (Umberto Allemandi, 1998). Nel 2001 Skira ha pubblicato Schegge, intervista di Ester Coen all’autrice sull’arte e la critica contemporanea. È inoltre autrice di numerose mostre, tra cui (oltre a “L’altra metà dell’avanguardia”, Milano, Palazzo Reale; Roma, Palazzo delle Esposizioni; Stoccolma, Kulturhuset, 1980-1981; la nuova edizione è uscita nel 2005 presso Il Saggiatore), “Arte cinetica e programmata”, Milano, Palazzo Reale (1983-1984); “Carol Rama”, Milano, Sagrato del Duomo (1985); “Geometrie Dionisiache”, Milano, Rotonda della Besana (1988); “Quando i rifiuti diventano arte / Trash”, Musei di Trento e Rovereto (1997-1998). È coautore della mostra “Il bello e le bestie”, Rovereto, MART (2004-2005). Prepara la mostra sul tema dell’ombra per il Museo Palazzo delle Papesse a Siena.
editions Skira 2006
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