↑ Porzione di pieghevole lungo 4 m e 15 progettato per Imago No. 12 con oggetti trovati sulla spiaggia di Viareggio negli anni sessanta.
Pop-Arch.
Il progetto Pop-Arch. si manifesta pubblicamente per la prima volta in forma di pieghevole all’interno del numero dodici della rivista Imago: si presenta come segno della personale sensibilità di Provinciali nei confronti dell’oggetto prima che come proposta di design. Come traspare dall’intervista di Giuseppe Pontiggia:
→ – Raccolgo le cose comuni – mi dice Provinciali.
– Quelle che si vedono sempre e non si guardano.
Ci sediamo vicino a una vetrata.
– A te non interessano? – mi chiede.
– Perché fai queste collezioni? – gli chiedo.
– Queste non sono collezioni – mi dice Provinciali. – Queste sono appunto il contrario. Sono l’anticollezione. Non ti pare? Comunque non sono un esteta – continua Provinciali. – Oppure tu lo pensi?
Mi avvicino di nuovo ai quadri. Gli oggetti sono evidenziati con amore, ma non diventano artificiali, anche se li si isola in uno spazio. La loro umanità è sorprendente e discreta.
– Questa è un’eredità del mio mestiere – mi dice Provinciali. – Li devo conoscere e capire, non posso permettermi di ignorarli. ←
↑ Testo tratto dal catalogo: Provinciali, edizioni Alinari, 1982
l’attenzione e l’insistenza cadono sulla dimensione comune degli oggetti indagati, come conferma il sommario della rivista:
→ Frammenti di cose comuni, trovate su una spiaggia, cui l’isolamento dalla funzione e dall’uso dà un significato emblematico: il consumo trasformato in archelogia.← Testo di Giuseppe Pontiggia
↑ Testo tratto dal sommario di Imago No. 12, 1968.
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